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Articolo a cura della dr.ssa Jessica Drago (Psicologa e mediatrice Feuerstein)

“Ogni Individuo, a partire da qualsiasi condizione e in ogni età, può intraprendere un percorso di miglioramento”

Introduzione al Metodo Feuerstein

Il Programma di Arricchimento Strumentale (PAS) – è una strategia per lo sviluppo delle strutture cognitive dell’individuo durante il momento di apprendimento. Questo metodo è stato sviluppato e progettato più di 40 anni fa come intervento focalizzato su quei processi cognitivi carenti e fragili.

Il Programma di Arricchimento Strumentale (PAS) ha 2 obiettivi fondamentali:

  • arricchire le strategie cognitive per arrivare ad un apprendimento e ad una capacità di problem-solving più efficaci;
  • recuperare e potenziare le funzioni cognitive carenti

Il Programma di Arricchimento Strumentale si focalizza sul processo di apprendimento in sé, non solo su quelle aree o abilità più carenti. Infatti, i diversi esercizi e percorsi proposti dal programma sono deliberatamente chiamati “Strumenti” per definirne il ruolo di attrezzi per l’apprendimento.

Nella concezione del PAS come programma di potenziamento è implicita la convinzione secondo cui una prestazione cognitiva carente non deve essere vista come una caratteristica stabile e immutabile della persona, e che un intervento mirato al potenziamento delle abilità più carenti, possa rendere questa situazione reversibile producendo cambiamenti significativi nella struttura cognitiva.

Il programma PAS è stato riadattato negli ultimi anni per venire incontro a bisogni diversi nell’ambito dello sviluppo, della prevenzione e dell’arricchimento.

Secondo il Metodo Feuerstein, l’apprendimento, l’identificazione del potenziale e la costruzione e il rafforzamento delle funzioni cognitive vengono visti come alcuni dei più importanti prerequisiti dell’adattamento.

Il PAS è diventato, più che mai oggi, un importante intervento strategico per rafforzare la capacità di apprendimento dell’individuo e per metterlo in grado di affrontarsi con successo ed efficacia con i problemi della vita quotidiana: il bisogno di adattarsi ai rapidi cambiamenti del nostro ambiente, far fronte alle diverse richieste quotidiane sia dal punto di vista cognitivo, sia da quello emozionale, comportamentale, professionale e sociale.

Chi è il Fondatore del Metodo Feuerstein: Raven Feuerstein

Il Metodo Feuerstein è stato ideato e sviluppato dallo Psicologo Israeliano Raven Feuerstein. Nato in Romania nel 1921, Feuerstein è diventato allievo, e successivamente, collaboratore di Piaget (tra i primi psicologi e pedagogisti a studiare lo sviluppo cognitivo del bambino). Feuerstein sviluppa il Metodo PAS a partire dagli anni 50 del 1900; con l’obiettivo di accogliere tutti quei bambini che, in seguito alla Seconda Guerra Mondiale, o sopravvissuti ai campi di concentramento, presentavano traumi psicologici, carenze cognitive e difficoltà di apprendimento riconducibili ai ritardi mentali. Nel 1992 R. Feuerstein ha fondato e diretto il “Feuerstein Institute” di Gerusalemme, l’unico ente internazionale che fornisce gli strumenti e accredita i centri Feuerstein del Mondo.

L’Intelligenza secondo R. Feuerstein: il concetto di Modificabilità Cognitiva

“L’Intelligenza è un dono? È un vaso da riempire? E…? E io…?

Sono Intelligente? Non sono Intelligente? Sono Modificabile”

[R.F., 1980]

Secondo il Metodo Feuerstein il concetto di Intelligenza si discosta da quello classico riferito al Quoziente Intellettivo, secondo il quale quest’ultimo riflette il prodotto di una certa quantità di abilità, m non riferisce nulla sui processi sottostanti alle prestazioni dell’individuo o sulla propensione dell’individuo al cambiamento. Il QI può darci indicazioni su ciò che è stato appreso in passato, ma non su come sia avvenuto l’apprendimento e se l’individuo abbia il potenziale per modificare la sua capacità di apprendimento.

Secondo Feuerstein L’Intelligenza è modificabile: questa può essere potenziata e allenata in quanto caratterizzata da un insieme di processi mentali. Secondo lo Psicologo è presente una “propensione dell’organismo a modificarsi nella sua struttura cognitiva, in risposta al bisogno di adattarsi a nuovi stimoli, di origine interna o esterna che siano”.

Secondo Feuerstein tutti gli uomini possono “Imparare ad Imparare”. Tutti possono quindi modificarsi, modificare i propri processi cognitivi e apprendere in qualsiasi momento della loro vita. L’intelligenza è determinata in gran parte dal patrimonio genetico, tuttavia il Metodo Feuerstein sottolinea come essa sia in continuo miglioramento e cambiamento.

Il Potenziale d’apprendimento, termine già introdotto dagli studi di Vygotskij, è l’insieme di comportamenti latenti che richiedono un certo grado di impegno per manifestarsi. Attraverso l’operato dell’educatore (Mediatore definito da Feuerstein) possono essere costituite capacità che da sole non sarebbero emerse o esistite. Le modalità con cui la mente si modifica positivamente costituiscono la Propensione all’apprendimento.

L’obiettivo dell’apprendimento non sono le azioni concrete, ma le competenze conoscitive, cioè più ovvero le strategie di apprendimento. Scopo delle singole attività è la messa a fuoco del processo mentale attraverso il quale si arriva alla soluzione: come la mia mente ha ragionato e quali strategie ha messo in atto?

Ciascuno di noi impara non solo perché esposto a stimoli dell’ambiente, ma soprattutto grazie all’inserimento di una figura che funge da MEDIATORE, ovvero un genitore, un familiare, un educatore, un insegnante o un professionista che aiuta il processo di apprendimento.

Il ruolo del Mediatore:

Per Mediatore si intende quell’intervento, intenzionale e attivo, che l’educatore offre alle persone con cui interagisce, con l’obiettivo di sviluppare al meglio le loro potenzialità e di portarle gradualmente a raggiungere un livello di autonomia più possibile piene e completa. È l’investimento, l’energia necessaria a trasformare il potenziale in funzionamento e creare nuove possibilità di apprendimento.

Il ruolo del Mediatore comporta un investimento non solo dal punto di vista cognitivo e di passaggio di informazioni e conoscenze, ma soprattutto dal punto di vista affettivo, emozionale ed intellettivo. Seleziona gli stimoli provenienti dall’ambiente circostante, li organizza e li struttura per il bambino. La prima figura mediatrice è la mamma, la quale seleziona per il figlio gli stimoli circostanti, attraverso l’uso del linguaggio, richiamando la sua attenzione e creando situazioni di apprendimento e condivisione.

Attraverso la figura del mediatore il bambino acquisisce modi di apprendere e di comportarsi, e diverse abilità operative, come l’organizzazione visuo-spaziale, il controllo dell’impulsività e dell’attenzione, la capacità di riflessione e revisione.

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